Quel viaggio a Parigi

Vedere la Cattedrale di Notre Dame invasa dalle fiamme mi ha fatto ricordare il mio ultimo viaggio a Parigi. Vi racconto.

E’ stato uno dei miei primi viaggi con Paolo, nel 2016, e lo ricordo come fosse ieri. Come si dimentica Parigi? Potrei andarci mille volte e ricordarle tutte e mille in modo distinto.

E quanto era bella Notre Dame?!

Continuo a pensare che anche se fosse ricostruita non sarà mai più la cattedrale consacrata oltre 800 anni fa e arrivata fino ai giorni nostri, anzi fino a pochi giorni fa…

Notre Dame è sempre stata al centro di scenari storici e letterari e meta di ogni turista che raggiunge Parigi da ogni parte del mondo. Adesso la città ha un monumento “fantasma” che tornerà soltanto a ricordare, ma non ad essere, quello di un tempo.

Mettendo da parte la tristezza su quanto è accaduto in questi ultimi giorni, mi abbandono al piacevole ricordo dei trascorsi a Parigi.

C’erano talmente tante cose da vedere che, in un modo o nell’altro, occorreva scegliere. Prendemmo la decisione di rivedere tutto il possibile, ma con la dovuta calma. Entrambi eravamo già stati a Parigi, quindi ciò che contava era godersi il tempo insieme in una delle capitali più belle del mondo.

Venne così la volta del quartiere di Montmartre, un punto collinare della città al cui vertice si erge, meravigliosa, la Basilica del Sacro Cuore. E proprio lì, a due passi, la famosa piazzetta, ritrovo storico per artisti. In questo scenario unico siamo andati a cena ogni sera della nostra permanenza. Scovammo un localino minuscolo e delizioso con un pianista che suonava dal vivo ed era un vero fenomeno, anche di simpatia.

Poi la Torre Eiffel, rappresentativa come non mai. Potrebbe sembrare poco importante davanti a costruzioni con centinaia di anni di storia. Ma resta l’incontrastato simbolo della città.

Poi c’è Versaille. Giardini così si vedono soltanto a Versaille.

Raggiungemmo anche il Moulin Rouge, con il suo fascino bohemien. Peccato non sia stato possibile vedere uno spettacolo. Vi propongo un selfie orrendo scattato con il cellulare.

Resta da raccontare la visita al Centro Pompidou, che ospita la Mostra Nazionale di Arte Moderna. Una visita per la quale mio marito ancora oggi vorrebbe tirarmi il collo. Paolo odia le mostre di arte moderna e, oggettivamente, ho avuto qualche difficoltà a spiegargli perché certe cose venissero denominate “arte”. C’erano, tra le sale del museo, insegnanti che mostravano alle scolaresche le lamiere accartocciate di un’auto, chiedendo loro di lasciarsi ispirare per realizzare un disegno. Altri oggetti d’arte sui quali la gente indugiava erano un orinatoio, un agglomerato di lampadine colorate, la riproduzione di un piede infestato dalle mosche e molto altro.

Però poi ti prendi una bella rivincita passando davanti a Kandinsky, Matisse e molto altro. Qui Paolo sorrideva.

Ricordo che nei giorni della nostra visita a Parigi la Senna era in piena e guardarla era davvero impressionante.

Nonostante fosse giugno, il tempo non era molto clemente e comprammo addirittura dei cappelli. Il mio era blu elettrico e quello di Paolo a quadrettini. Paolo, davanti al Pantheon, si divertì ad indossarli entrambi e iniziammo a scattare delle foto davvero simpatiche.

Parigi è Parigi. Da vedere c’è molto altro che qui non posso raccontare. Ci vorrebbero pagine e pagine e molte altre avventure da vivere.

Visitate la fotogallery per vedere l’album completo di Parigi.

Smile

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